giovedì 8 gennaio 2015

I rumori del non dire. Aspettando l'indifferenza

Estratto da: "Mi lasciai guardare dietro" (in corso di scrittura)

Arriva un momento in cui sei stufo anche di ascoltarti muto, zitto, silente.
Vorresti almeno dire "hai ragione" come le tante volte che già l'hai detto. Però non ne sei più capace. Resti muto.
Sposti gli occhi verso dove puoi guardare senza ascoltare. Cerchi un'attenzione che distolga, ma è difficile trovarla tra mura che sanno tutto di te.
Mura che non difendono, che non vacillano, che non si sgretolano nemmeno col lento ma ininterrotto gocciare dell'indifferenza... Poiché ancora indifferente non sei.
È la fase acuta dell'insofferenza.
Quella sensazione di rumore che percepisci anche sentendo battere le sopracciglia. Dentro quelle mura tutto diventa rumore assordante.
Viene voglia di traffico, di aeroporto, di annunci di treni in ritardo, di autostrada, degli uffici postali e delle classiche lamentele sulla loro inefficenza, dei lavori stradali criticati dai pensionati, dei luoghi comuni...
Fuori dal cinema c'è lo spettacolo, magari ridondante, ma mai a circuito chiuso.
Mentre tu ancora sei al cinema muto aspettando la compagnia delll'indifferenza.

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